Ciao a
tutti boys and girls,
eccomi qua con un nuovo post, ma questa volta non si tratta
di beauty, bensì voglio proporvi un mio pensiero su un film che sta per uscire
nelle sale cinematografiche e che avrò la possibilità di vedere in anteprima
con altri bloggers grazie all’agenzia PR che mi ha permesso anche di
partecipare a Cosmoprof 2016 J
Il film che voglio proporvi è del regista Roland Emmerich…
sicuramente ai più questo nome dirà poco o niente ma basta menzionare alcuni
dei suoi titoli (Independence Day, The Day After Tomorrow….) ed ecco che le
carte intavola sono cambiate… ebbene sì, si tratta del regista con numerosi
incassi e assai popolare tra i fans del genere Disaster Movies.
Ma tranquilli… questa volta si tratta di un film mooooolto
più “soft” perlomeno dal punto di vista dell’azione. Il regista infatti ha
preferito proporci una tematica (quella della lotta della comunità LGBT per
affermare i propri diritti) estremamente attuale ma che ci viene presentata nel
suo periodo di “incubazione”.
Stonewall
infatti è un film ispirato a fatti avvenuti nei pressi dello Stonewall Inn,
storico bar newyorkese, che ha visto negli anni 70 accendersi movimenti di
protesta da parte del popolo LGBT per affermare il proprio essere. Va ricordato
che all’epoca FORSE PIU’ DI ADESSO essere
omosessuale o transessuale non era
assolutamente visto di buon grado, anzi questa bassa considerazione sarà
portata agli estremi tra gli anni ’80 e ’90 quando all’omosessualità verrà
ricondotta – per pura ignoranza in materia – la malattia dell’AIDS che
purtroppo aveva trovato nella comunità gay un punto di diffusione molto forte.
Questa è una piccola
parentesi che ci tenevo a fare giusto per dare qualche informazione in più, ma
il film è incentrato sulla vita di due ragazzi poco più che adolescenti,
interpretati da Jeremy Irvine e Jonathan Rhys-Meyers, i quali sentono il
bisogno di affermarsi per quel che sono in un mondo che non li accetta o che FORSE potrebbe anche accettarli ma per
questioni puramente morali e
spesso per ignoranza si costringe a coprirsi gli occhi pur di non vedere il “diverso”
e peggio ancora si copre gli occhi di fronte agli abusi commessi nei confronti
del “diverso” stesso. È evidente che
Emmerich vuole maneggiare un argomento assai delicato ma da quanto mi è dato di
capire dal trailer lo fa cercando di dare grande forza e determinazione ai suoi
personaggi e sembra voler dare un messaggio di fiducia e speranza nel progresso
che ora io mi chiedo e chiedo a voi.. può dirsi avverato questo progresso?!? O
è ancora tutto in continuo cambiamento e passeranno anni prima che si abbia una
vera e propria stabilità?!?!
Pensavo anche alla questione del titolo che non è affatto casuale
perché è sì ispirato al nome di un locale, ma è intrinseco un certo
significato, un gioco di parole. Pensiamo infatti che l’epoca in cui si
svolgono i fatti narrati nel film sono gli anni 70 e proprio in questo periodo
l’Europa è nel pieno della Guerra Fredda che divide l’Europa non solo “metaforicamente”,
pensando infatti a Berlino vediamo una vera e propria divisione in due della
città per mezzo di un muro di pietra (e muro di pietra è la traduzione
letterale di Stonewall) e già questo assegna al film un fortissimo significato
storico; ma si aggiunge anche un “muro di pietra” immaginario che è ovviamente
quello che va a dividere la benpensante opinione pubblica (la quale nel film,
come vedremo, verrà molto scossa dai vari moti perché si troverà a dover
seriamente affrontare la questione che ha sempre cercato di rimandare o di non
vedere…) e i ragazzi del “popolo LGBT” che vogliono far sentire la propria
voce!! Qualcosa su cui riflettere… J
Direi che non devo aggiungere altro, spero di avervi
invogliato abbastanza a voler affollare tutte le sale quando il 5 Maggio 2016
uscirà questo film che secondo me sarà davvero molto bello e che, conoscendomi,
mi farà scendere più di una lacrima…
Vi lascio con il trailer del film che spero andrete a
guardarvi e… al prossimo post!!!
Alex.
Il film andrebbe visto anche solo per Jonathan Rhys-Meyers ahahahah <3
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